giovedì 27 ottobre 2011

L'acquaticità neonatale

E' risaputo che per ogni essere vivente, l'acqua rappresenta una risorsa fondamentale per la vita, ma per i bambini, questa può essere soprattutto una fonte di divertimento e di gioco: ecco perchè sempre più genitori iscrivono i propri figli a corsi di acquaticità.
E' una vera e propria familiarizzazione con l’acqua, che offre numerosi stimoli per la crescita e lo sviluppo dei bambini, anche di quelli più piccoli.  L’età neonatale, infatti, non rappresenta un ostacolo alla pratica del nuoto, e non ha nessuna controindicazione, poichè svolto fin dalla più tenera età, favorisce un corretto sviluppo psico-motorio del bambino, una migliore capacità di movimento e un miglior controllo respiratorio.
Soprattutto, l’avvicinamento all’acqua determina:
- una maggiore mobilità degli arti e del tronco;
-una maggiore tonicità dei muscoli;
- un miglioramento della respirazione
-un aumento dell’ossigenazione del sangue;- il miglioramento della circolazione sanguigna e delle prestazioni cardiache;
- la stimolazione dell’appetito, della funzionalità intestinale e dell’apparato urinario.
Il nuoto neonatale, inoltre, rinforza il sistema immunitario dei bambini determinando, in questo modo, una riduzione delle malattie e delle infezioni; non solo, l’attività in acqua comporta anche considerevoli vantaggi psicologici. I bambini che praticano il nuoto, infatti, appaiono più sereni, rilassati e allegri. L’acquaticità sviluppa nel bambino coraggio, fiducia, autostima e sicurezza, mentre la relazione con il genitore ne risulta rafforzata, e la socializzazione viene favorita dalla presenza degli altri bambini.
Il nuoto neonatale può essere praticato sin dai primi 3 mesi di vita. E’ consigliabile iniziare con i primi galleggiamenti domestici, per esempio nella vasca da bagno,  per poi passare alla piscina, in modo da rispettare i tempi e i ritmi del bambino. Durante le esperienze in piscina, è indispensabile la presenza fuori e dentro l’acqua di uno dei genitori che deve trasmettere al bambino sicurezza e tranquillità. Non è impossibile, le prime volte, che il bambino abbia paura ad entrare in piscina, è bene quindi accompagnarlo nella scoperta del nuovo ambiente, stimolando la sua curiosità e aiutandolo a decidere di entrare.
Di norma i corsi si svolgono in acqua bassa e in completa sicurezza, durano circa 9 mesi e si dividono in 3 fasi: adattamento, galleggiamento e immersione. Non bisogna spaventarsi e agitarsi quando il bambino si immerge in acqua. E’ importante ricordare che esiste un meccanismo innato detto glottide che permette al bambino di non respirare sott’acqua. Questo meccanismo si attiva spontaneamente nei primi 6 mesi di vita grazie ai 9 mesi passati nel ventre materno, è importante quindi, aiutare il bambino a prendere consapevolezza di questa sua capacità.
L’acquaticità è un’esperienza davvero unica, poichè è in grado di far vivere al bambino piacevoli sensazioni legate al mondo acquatico che risultano completamente diverse da quelle che gli fa provare il mondo terreste; sono sensazioni che il bambino condividerà con i genitori rafforzando così, il loro legame e la loro  relazione affettiva.
                             

 

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